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mercoledì 12 aprile 2023

Il punto sul nucleare di ultima generazione e perché è necessario

 La narrativa delle energie rinnovabili come unica soluzione sostenibile al fabbisogno energetico è diventata ormai il “politicamente corretto” imperante. Qualsiasi voce fuori dal coro viene zittita e bollabile come antiambientalista. Poco importa che tali tecnologie siano ad oggi più costose, più inquinanti e con minore densità energetica rispetto alle fonti fossili.

Al contrario, le centrali nucleari, in particolare le nuovissime tecnologie di quarta generazione, rappresentano una prospettiva interessante e poco esplorata. Reattori molto più sicuri, capaci di bruciare gli scorie e minimizzare notevolmente i rifiuti, queste nuove centrali sono una soluzione concreta e realizzabile nel breve termine per decarbonizzare l'economia senza rinunciare alla nostra prosperità.

Contrariamente a quanto si possa pensare, le rinnovabili non sono la sola né la miglior opzione "verde". Esse hanno infatti gravi impatti ambientali, dal grande consumo di terre rare e di acque per i pannelli solari e le turbine eoliche, all'inquinamento elettromagnetico e acustico, fino alla minaccia per gli uccelli che beaches collidono con le pale eoliche.

Le centrali nucleari invece hanno un'impronta ambientale molto ridotta, zero emissioni climalteranti, minor consumo di acqua e di terra. Generano inoltre grandi quantità di energia concentrata, adatta a soddisfare la domanda di base notte e giorno, indipendentemente dall'andamento climatico e meteorologico. Esse rappresentano dunque una soluzione estremamente sostenibile, l'anello mancante in una transizione energetica veramente verde.

Invece di accanirsi contro la tecnologia nucleare, dovremmo chiederne lo sviluppo concretizzando le opportunità derivanti dalle nuove generazioni di reattori, estremamente più sicuri e performanti. Solo così potremo affrontare con successo le sfide poste dal climate change, garantendo al contempo progresso e benessere per tutti.

giovedì 3 novembre 2011

Ecco il pesce con tre occhi dei Simpson

Blinky, questo il nome del pesce tri-occhiuto del famoso cartone animato, è stato veramente ritrovato in Argentina, e in condizioni identiche a quelle di fantasia, e cioè in uno specchio d'acqua utilizzato per il raffreddamento della centrale nucleare di Embalse.
Che la realtà abbia ricreato la sarcastica mutazione immaginata da Matt Groening vent’anni orsono non fa altro che confermare che le centrali atomiche a fissione nucleare siano una tecnologia comunque pericolosa e superata, e che gli sforzi del mondo dovrebbero rivolgersi verso le nuove opportunità che cominciano a prospettarsi.



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